Chiusura del ciclo nucleare in Italia
Nucleco opera da anni nel decommissioning delle centrali e degli impianti nucleari gestiti da Sogin.
Per ciascuna delle tecnologie impiantistiche presenti sul territorio nazionale Nucleco ha svolto importanti attività sviluppando idonee metodologie di intervento.
Centrale nucleare di Caorso (PC)
BWR, Boiling Water Reactor, 860 MWe
La più grande centrale italiana, appartiene alla seconda generazione di centrali nucleari ed è stata in esercizio dal 1981 al 1986.
In questa centrale Nucleco ha cominciato a lavorare immediatamente dopo il suo shut-down, coordinando, dal 1986 al 1988, le attività per la campagna pilota di incenerimento (in Belgio e in Svezia) dei rifiuti a bassa attività e la qualificazione del processo di condizionamento delle ceneri.
Nei primi anni ’90, inoltre, ha condotto una campagna per la supercompattazione di oltre 2.300 fusti con rifiuti tecnologici a bassa attività. Successivamente, per conto di Sogin, Nucleco ha svolto attività per la decontaminazione del circuito primario, per lo smantellamento e la decontaminazione di materiali e componenti metallici dell'edificio turbina e la supercompattazione di fusti.
Più di recente è impegnata nelle attività di confezionamento e movimentazione di materiali e rifiuti radioattivi e nella preparazione al trasporto di residne e fanghi radioattivi che Sogin sta trasferendo presso l'impianto di trattamento di Bohunice (Slovacchia).
Centrale nucleare di Garigliano (CE)
BWR, Boiling Water Reactor, 160 MW
Centrale di prima generazione, entrata in esercizio nel 1964 e fermata nel 1982.
A metà degli anni ‘80, Nucleco ha curato la progettazione dell’Impianto GECO per la solidificazione dei rifiuti radioattivi liquidi e successivamente, dal 1996 al 1999, ha effettuato la campagna di solidificazione di resine, fanghi e concentrati producendo oltre 1.700 manufatti idonei allo smaltimento finale.
Successivamente per conto di Sogin, ha condotto le attività di rimozione dell’amianto nell’edificio reattore e la relativa campagna di supercompattazione di fusti con i rifiuti.
Ha eseguito, inoltre, la bonifica delle trincee con il recupero e il trattamento dei rifiuti radioattivi che vi erano stati interrati durante l'esercizio. Al termine della scarifica e demolizione del camine della centrale, la Società si è occupata della caratterizzazione dei materiali metallici prodotti dai lavori per il loro successivo rilascio. Più di recente Nucleco svolge attività di riconfezionamento e movimentazione di materiali e rifiuti radioattivi e, dal 2021, è impegnata nello smantellamento dei internals superiori del vessel all'interno dell'edificio reattore e nel trattamento delle attrezzature recuperate in diversi locali dell'impianto durante le attività di decommissioning.
Nella centrale del Garigliano, infine, Nucleco sta impegando la tecnologia 3D Survey per la progettazione dello smantellamento del reattore e una più efficace tracciabilità dei materiali.
Centrale nucleare di Latina
Gas Grafite, 210 MW
Si tratta di un impianto GCR-Magnox, entrata in esercizio nel 1963 e fermata nel 1987.
A metà degli anni ’80, Nucleco ha eseguito la campagna pilota di estrazione dei rifiuti dalle “fosse splitter”. Successivamente, per conto di Sogin, ha svolto diverse attività finalizzate al decommissioning della centrale, fra cui la progettazione esecutiva di un impianto per l'estrazione, la cernita e la caratterizzazione radiologica dei residui Magnox; la progettazione e l'esecuzione di attività per il trattamento della lana di roccia proveniente dalla decoibentazione del circuito primario.
La Società ha curato la progettazione esecutiva e la realizzazione integrata di strutture e impianti per l’estrazione di 78 manufatti cementati dal deposito interrato "fossa KCFC" degli anni '70, per il loro conferimento al deposito temporaneo di sito.
Nucleco si è poi occupata della survey di tutte le aree di centrale con il monitoraggio radiologico attraverso carotaggi e misure di spettrometria gamma a pozzetto.
Di recente la Società ha collaborato nello svolgimento delle prove a caldo dell'impianto LECO per l'estrazione e il condizionamento dei fanghi radioattivi. Attualmente Nucleco è impegnata nei lavori di scavo e rimozione di materiali di origine antropica rinvenuti in zone distinte situate nelle pertinenze del sito e nella predisposizione di una struttura di confinamento necessaria per le operazioni di scavo dell'area intorno al pozzetto di raccolta della vecchia linea Radwaste.
Centrale nucleare di Trino (VC)
PWR, Pressurized Water Reactor, 270 MW
Con il migliore stadard di rendimento fra quelle italiane, la centrale è entrata in esercizio nell'ottobre 1964 e fermata nel 1987.
Nel 1993 Nucleco ha effettuato una campagna di supercompattazione con pressa mobile, di oltre 1.600 fusti contenenti rifiuti tecnologici.
Successivamente, per conto di Sogin, ha svolto diverse attività finalizzate al decomissioning della centrale, fra cui il riconfezionamento, il trattamento tramite supercompattazione e la caratterizzazione dei rifiuti radioattivi prodotti durante l'esercizio della centrale e nel corso dello smantellamento dell'impianto.
La Società si è, inoltre, occupata della bonifica da amianto presente nella "testa" del reattore e nell'edificio denominato "Test Tank", durante i lavori per il suo adeguamento a buffer temporaneo di stoccaggio di rifiuti radioattivi. All'interno dell'edificio ausiliari, Nucleco ha svolto un servizio di ispezione, con un sistema da remoto, dei purificatori in cui sono presenti le resine a scambio ionico ed è impegnata nella rimozione e movimentazione della piscina dei purificatori dei componenti "attivati" (trucioli e setti prodotti dal taglio dello schermo termico del reattore).
Più di recente, alla Società è stata affidata la cernita, la verifica radiometrica e la movimentazione di materiali di grandi dimensioni per la loro successiva gestione.
Nucleco sta, inoltre, impiegando la tecnologia denominata 3D Survey per il supporto alla progettazione dello smantellamento del reattore e del circuito primario e una più efficace tracciabilità dei materiali.
Impianto EUREX di Saluggia (VC)
L'impianto EUREX, acronimo di Enriched URanium EXtraction, è entrato in funzione nel 1970 ed era destinato alle attività di ricerca sul riprocessamento del combustibile irragiato al fine di separare e recuperare materie nucleari (uranio e plutonio) riutilizzabili.
Tra il 1988 ed il 1995 Nucleco ha smantellato, per conto di Enea, i sistemi tecnologici dell’Impianto Fabbricazione Elementi di Combustibile (IFEC) e svolto la campagna di supercompattazione presso il sito di oltre 3.000 fusti di rifiuti radioattivi.
Per conto di Sogin alla quale è stato affidato il decommissioning dell'EUREX, dal 2011 a oggi Nucleco svolge attività di caratterizzazione preliminare, trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi, compresi quelli prodotti dalla bonifica della piscina.
In particolare, nel 2017 Nucleco ha gestito anche i rifiuti radioattivi solidi prodotti dallo smantellamento dell'IFEC fra cui circa 30 tonnellate di componenti definiti "anomali" per le loro grandi dimensioni. Tale materiale è stato caratterizzato, sezionato e trattato tramite supercompattazione presso il sito di Nucleco per il successivo stoccaggio nei depositi temporanei dell'impianto EUREK di Saluggia.
Impianto ITREC di Rotondella (MT)
L’impianto ITREC, Impianto di Ritrattamento e Rifabbricazione del Combustibile, fu costruito nel periodo 1965-1970 dal CNEN (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) per effettuare ricerche sui processi di ritrattamento e rifabbricazione del ciclo Uranio-Torio.
Negli anni ’80-’90 Nucleco ha svolto campagne per il recupero di rifiuti radioattivi interrati, con la relativa bonifica delle aree interessate e di supercompattazione di rifiuti tecnologici (per oltre 4.800 fusti). Ha, inoltre, effettuato due campagne di condizionamento in matrice cementizia di rifiuti radioattivi liquidi.
La Società offre il suo know-how nel progetto SIRIS (SIstemazione RIfiuti Solidi) che riguarda la caratterizzazione, il trattamento e il condizionamento dei rifiuti solidi radioattivi, tra cui i materiali prodotti dalla demolizione della condotta di scarico a mare e le circa 50 tonnellate di materiali e attrezzature potenzialmente contaminate presenti nellocale di servizio d'impianto denominato Corridor, le cui aree sono state successivamente bonificate.
Nucleco è, inoltre, coinvolta nel progetto di bonifica della Fossa 7.1, nell'ambito del quale si sono conclusi, di recente, la rimozione e lo stoccaggio del "monolite" in cemento armato, contenente rifiuti radioattivi a media attività derivanti dal pregresso esercizio dell'impianto. L'attività ha previsto l'adozione di una soluzione ingegneristica specifica senza precedenti a livello internazionale.
Attualmente Nucleco sta lavorando alla bonifica delle aree interessate dalle attività, ai fini del rilascio delle stesse senza vincoli radiologici.
Impianto FN di Bosco Marengo (AL)
L’impianto FN (Fabbricazioni Nucleari) di Bosco Marengo, entrato in esercizio nel 1973, ha prodotto gli elementi del combustibile per centrali nucleari in Italia e all'estero. Nucleco ha eseguito a metà degli anni '90 realizzato nei primi anni Settanta da “Fabbricazioni Nucleari” (Ansaldo Meccanico Nucleare e General Electric), è entrato in esercizio nel 1973.
Nucleco ha eseguito a metà degli anni ’90 una prima campagna di supercompattazione di oltre 2.600 fusti. Più recentemente ha svolte attività di bonifica amianto e di riconfezionamento di rifiuti radioattivi.
Per conto di Sogin, la Società è stata impegnata direttamente sul sito nello smantellamento degli impianti di processo e delle attrezzature, ha eseguito la caratterizzazione dei locali dell'impianto e ha gestito i rifiuti radioattivi prodotti, provvedendo al trasporto e al condizionamento presso i propri impianti di Casaccia.
Nell'ambito delle bonifiche effettuate nel sito, a Nucleco è stato affidato un servizio di supporto alla caratterizzazione ambientale dell'area di rispetto e l'attività di rimozione dei rifiuti interrati evantualmente rinvenuti.
Impianti OPEC ed IPU di Casaccia (RM)
Situati all’interno del Centro di Ricerca Enea di Casaccia l’impianto OPErazioni Celle calde (OPEC), formato da due sistemi, denominati OPEC1 e OPEC2, era dedicato alle attività di ricerca sugli elementi di combustibile nucleare, mentre l’impianto Plutonio (IPU) alla ricerca sulle tecnologie di produzione del combustibile nucleare a ossidi misti di Uranio e Plutonio.
Nucleco è impegnata nelle attività per la decontaminazione e bonifica delle Celle Calde dell’impianto OPEC1, nello smantellamento e nella bonifica dei serbatoi interrati di raccolta rifiuti liquidi (Waste A&B), nonché nel portare a termine lo smantellamento delle Scatole a Guanti (SAG) nell’Impianto IPU, ossia le attrezzature principali utilizzate durante l'esercizio dell'impianto per attività di ricerca finalizzata alla fabbricazione di elementi di combustibile nucleare.
La Socierà ha, inoltre, realizzato attività di ispezione e di indagine radioalogica all'interno di pozzetti cilindrici dell'OPEC1, oggi dismessi, che convogliavano nel sistema di raccolta liquidi (Waste A&B) già smantellato.
Nucleco nel 2020 ha iniziato la progettazione esecutiva dell'intervento relativo allo smantellamento e bonifica dei locali contenenti i serbatoi interrati di raccolta rifiuti liquidi (Waste A&B)